LA CLESSIDRA
Poesie pubblicate su LA CLESSIDRA , Semestrale di cultura letteraria - Numero 2/2001 - Novembre 2001. Ed. Joker
Pubblicata in collaborazione con l'Associazione Letteraria La clessidra
DIRETTORE
Mauro Ferrari
La clessidra opera in collegamento con l'associazione Culturale Poesia Aperta e con l'International Poetry & Arts Network, costituitosi nell'ambito della Biennale di Poesia di Alessandria.
Da sempre la nostra rivista è aperta alle esperienza degli scrittori più giovani, spesso esordienti, pur evitando con attenzione qualunque discorso che sottintenda una delimitazione generazionale: il discorso critico che perseguiamo è invece teso - in modo speriamo coerente - a creare una continuità fra le varie generazioni nel suo farsi storia letteraria. Crediamo, in sostanza, che una generazione (termine quanto mai infido) non definisca necessariamente in contrapposizione ai padri, bensì in un confronto dialettico con essi, e che ogni delimitazione sia un'etichetta tanto comoda per le facili generalizzazioni quanto fuorviante sul piano schiettamente letterario, il quale è tutto giocato sulla diacronia.
Neppure andiamo alla ricerca di una direttrice comune ma, in presenza di poeti appena vent'anni, ci pare interessante sottolinearne invece la difformità, se non sempre l'originalità, delle scelte espressive: dalla compostezza lirico-filosofica di Christian De Lorenzo, già in possesso di una intensa gamma tematica, alla visceralità scabra ed aspra, tutta ligure, di Massimo Ferrando; dal raccolto intimismo di Giuliana Tripoli alla visualità quasi surreale di Massimiliano Irenze; dall'affabulazione whitmaniana di Francesco Perono Cacciafoco, alla metafisica quotidianità di Francesco Filia. Sei voci nuove, quindi, che si propongono in una rivista aperta come non mai al dibattito e all'incontro.
***
Massimo Ferrando, poesie.
Come la ruota che shiaccia
Il freddo fuori è come la ruota che schiaccia
sgrana i pensieri e poi gelano
imbiancano scheletrici come nell'orto il sedano,
il vento ti sputa in faccia.
Vecchi dalla pelle di cartapesta
sotto la veranda fumano la pipa,
per loro è un giorno di festa,
l'odore di tabacco straripa.
Nelle stalle sparse si sgolano le capre,
ruggiscono con la colla fra i denti,
pisciano sul fieno acre,
e il contadino, all'incrocio dei venti,
intona con la zappa una canzone.
Non c'è lombrico che non sprizzi malinconia,
si contorce annodandosi fin che quasi si strappa
e vomita la terra ingoiata,
perché tutt'intorno è follia
follia gelata.
***
Teoria dell'umile sguardo
Quando accelera il sangue in pressione,
quando picchia da dentro e fa guerra,
diventa legge
la teoria dell'umile sguardo:
i battiti assuonano
e io addito il purpureo cielo iniziale
ove le prima asterie notturne
infuocano.
***
Crescita
Salgono a ponente
nubi cariche di pece.
Rivendica spazio, il cielo,
e poi si scuce,
lotta con l'ombra,
si sdoppia
nella luce.
L'arida presenza
del sole appeso
sulle case
è azzardo, mutamento,
ricambio cellulare:
decrepita fibra per fibra viva.
Nel moto pendolare dell'azzurro
si aggrega in un'unica sostanza
un po' del vecchio me
e un po' del me che avanza.
***
Attesa
Profluvio di liquido nei rivi
riempie volumi di mille gotti,
gratta il fondovalle in queste notti
gelate di brina fumea.
Ma tu non arrivi.
***
Il taglio autunnale
Datelo voi, cataste marcescenti
il giusto nutrimento ai vivi
alberi sopravvissuti. Siate
forza della landa,
vigore dei declivi.
Risvegliatela
voi questa valle imbalsamata!
***
Una parola
Con tutti gli occhi
persi nel buio di candela, inseguo
sulla carta gli sgorbi di una penna.
Scrivo e riscrivo, cola l'inchiostro
sulla pagina porosa
e cade nella stanza la luce
tenue di un astro: è un pezzo di firmamento,
tentenno, respiro piano,
è la parola giusta
e m'addormento.
Massimo Ferrando
Scarica l'allegato qua sotto
Pubblicata in collaborazione con l'Associazione Letteraria La clessidra
DIRETTORE
Mauro Ferrari
La clessidra opera in collegamento con l'associazione Culturale Poesia Aperta e con l'International Poetry & Arts Network, costituitosi nell'ambito della Biennale di Poesia di Alessandria.
Da sempre la nostra rivista è aperta alle esperienza degli scrittori più giovani, spesso esordienti, pur evitando con attenzione qualunque discorso che sottintenda una delimitazione generazionale: il discorso critico che perseguiamo è invece teso - in modo speriamo coerente - a creare una continuità fra le varie generazioni nel suo farsi storia letteraria. Crediamo, in sostanza, che una generazione (termine quanto mai infido) non definisca necessariamente in contrapposizione ai padri, bensì in un confronto dialettico con essi, e che ogni delimitazione sia un'etichetta tanto comoda per le facili generalizzazioni quanto fuorviante sul piano schiettamente letterario, il quale è tutto giocato sulla diacronia.
Neppure andiamo alla ricerca di una direttrice comune ma, in presenza di poeti appena vent'anni, ci pare interessante sottolinearne invece la difformità, se non sempre l'originalità, delle scelte espressive: dalla compostezza lirico-filosofica di Christian De Lorenzo, già in possesso di una intensa gamma tematica, alla visceralità scabra ed aspra, tutta ligure, di Massimo Ferrando; dal raccolto intimismo di Giuliana Tripoli alla visualità quasi surreale di Massimiliano Irenze; dall'affabulazione whitmaniana di Francesco Perono Cacciafoco, alla metafisica quotidianità di Francesco Filia. Sei voci nuove, quindi, che si propongono in una rivista aperta come non mai al dibattito e all'incontro.
***
Massimo Ferrando, poesie.
Come la ruota che shiaccia
Il freddo fuori è come la ruota che schiaccia
sgrana i pensieri e poi gelano
imbiancano scheletrici come nell'orto il sedano,
il vento ti sputa in faccia.
Vecchi dalla pelle di cartapesta
sotto la veranda fumano la pipa,
per loro è un giorno di festa,
l'odore di tabacco straripa.
Nelle stalle sparse si sgolano le capre,
ruggiscono con la colla fra i denti,
pisciano sul fieno acre,
e il contadino, all'incrocio dei venti,
intona con la zappa una canzone.
Non c'è lombrico che non sprizzi malinconia,
si contorce annodandosi fin che quasi si strappa
e vomita la terra ingoiata,
perché tutt'intorno è follia
follia gelata.
***
Teoria dell'umile sguardo
Quando accelera il sangue in pressione,
quando picchia da dentro e fa guerra,
diventa legge
la teoria dell'umile sguardo:
i battiti assuonano
e io addito il purpureo cielo iniziale
ove le prima asterie notturne
infuocano.
***
Crescita
Salgono a ponente
nubi cariche di pece.
Rivendica spazio, il cielo,
e poi si scuce,
lotta con l'ombra,
si sdoppia
nella luce.
L'arida presenza
del sole appeso
sulle case
è azzardo, mutamento,
ricambio cellulare:
decrepita fibra per fibra viva.
Nel moto pendolare dell'azzurro
si aggrega in un'unica sostanza
un po' del vecchio me
e un po' del me che avanza.
***
Attesa
Profluvio di liquido nei rivi
riempie volumi di mille gotti,
gratta il fondovalle in queste notti
gelate di brina fumea.
Ma tu non arrivi.
***
Il taglio autunnale
Datelo voi, cataste marcescenti
il giusto nutrimento ai vivi
alberi sopravvissuti. Siate
forza della landa,
vigore dei declivi.
Risvegliatela
voi questa valle imbalsamata!
***
Una parola
Con tutti gli occhi
persi nel buio di candela, inseguo
sulla carta gli sgorbi di una penna.
Scrivo e riscrivo, cola l'inchiostro
sulla pagina porosa
e cade nella stanza la luce
tenue di un astro: è un pezzo di firmamento,
tentenno, respiro piano,
è la parola giusta
e m'addormento.
Massimo Ferrando
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